









"Premiazione della classe 4A pasticceria per l'articolo "Arriva integriAMOci"



Diario del mio stage
Questa mattina ho affranto la mia prima giornata di stage. Devo ammettere che ero molto agitata, ma al contempo emozionata perché sapevo mi sarebbe aspettata una giornata diversa dalle altre: non mi stavo recando a scuola, ma effettivamente al lavoro!
Ho passato gran parte della notte a pensare alle cose che avrei fatto il mattino seguente e perciò mi sono svegliata molto presto. Appena alzata mi sono preparata velocemente, cercando di stare il più tranquilla possibile, dal momento che sono una ragazza che si fa prendere subito dall’ansia, ma tutto questo non ha funzionato, anzi, mi sono venuti in mente così tanti pensieri; (come sarebbe stato il tirocinio, cosa avrei dovuto fare e con chi avrei lavorato...) che ho dovuto forzarmi per scacciarli dalla testa. Insomma alle 7.00 ero già in pasticceria e fin da subito ho avuto una buona impressione: visto che si trattava di un locale molto bello e ben rifornito, il che è bastato per farmi tranquillizzare. Subito i pasticceri e gli aiutanti si sono presentati, mi hanno mostrato tutta la struttura, le macchine da lavoro, gli utensili e quella che sarebbe diventata la mia postazione per questo breve periodo. Fortunatamente mi hanno messo a mio agio chiedendomi della scuola, del lavoro fatto in laboratorio, così ho avuto modo di conoscerli meglio: e capire che persone sono. Sono tutti ragazzi abbastanza giovani, simpatici, disponibili e molto dediti al loro lavoro.
Tutto ciò mi ha fatto subito riflettere su quanto sia importante lavorare in un ambiente in cui tutti i dipendenti vanno d’accordo, che si rispettano l’un l’altro e che amano il lavoro che svolgono. Inoltre ho fatto amicizia con la pasticcera che era, oltre a me, l’unica ragazza della pasticceria: mi ha subito spiegato i compiti che dovevo svolgere e così mi sono messa subito all’opera per cercare di fare una buona impressione. Via, via che le ore passavano mi sono cimentata in varie preparazioni, passando dalla panna cotta e il tiramisù alla decorazione delle torte. È stato veramente bello ed emozionante sia preparare tanti dolci diversi, sia vedermi assegnati tanti compiti, cosa che mi faceva sentire carica di responsabilità e attenta ad ogni particolare. Dopo la preparazione dei vari dolci, stanca ma felice, la pasticcera mi ha detto che potevo ritornare a casa e così ci siamo salutate, pronte a vederci il giorno successivo.
Al mio rientro a casa ho fatto un bilancio della giornata e sono giunta alla conclusione che nonostante sia un lavoro molto faticoso e stressante, per il quale bisogna svegliarsi molto presto la mattina, questo del pasticcere, è allo stesso tempo molto appagante e riesce a renderti felice, perché sai di poter riuscire a soddisfare i clienti. I timori che avevo nella mattinata (avevo sentito parlare altri ragazzi del loro stage e non erano particolarmente soddisfatti sia della struttura e sia dei lavori che dovevano svolgere) sono scomparsi per lasciare spazio alla felicità e alla voglia di lavorare ancora.
Martina Mancini (3A pasticceria)
"I giovani informano i giovani”
Durante l’anno scolastico 2015/16, la nostra scuola ha preso parte ad un Progetto rivolto alle Scuole Superiori di Secondo Grado, attraverso il modello della Peer Education, ossia l’insegnamento tra pari che prevede la formazione di giovani studenti di alcune scuole Romane.
Il progetto dal Titolo “I Giovani Informano I Giovani” è costituito da un programma di prevenzione dell’infezione da HIV e delle altre infezioni a trasmissione sessuale (IST) ed è stato promosso da Anlaids Lazio Onlus, il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, la Lila Lazio e Sieropositivo.it grazie al finanziamento del CESV-SPES (Centri di Servizio per il Volontariato nel Lazio).
Voglio in questo articolo, dare un breve ma opportuno resoconto di quanto ho appreso dagli incontri così da rendere noti i danni da HIV.
HIV – Human Immunodeficiency Virus – è il Virus dell’immunodeficienza umana: una volta entrato nell’organismo si riproduce e indebolisce il Sistema Immunitario esponendo un individuo al rischio di contrarre diverse malattie, dette anche “Opportunistiche”. AIDS – Aquired Immune Deficiency Syndrome – Sindrome dell’immunodeficienza acquisita, è la conseguenza più grave dell’HIV, fase in cui si presentano le malattie o le infezioni gravi.
L’infezione può avvenire attraverso tre vie di trasmissione: via ematica (sangue), via materno fetale (da madre a bambino con il parto e il latte materno) e attraverso i rapporti sessuali non protetti
dal preservativo (orali, vaginali e anali) che rappresentano la maggiore via di trasmissione del virus (85% dei casi).
L’HIV è contenuto in cinque liquidi biologici: il sangue, lo sperma, le secrezioni vaginali, il liquido pre-eiaculatorio e il latte materno.
Attraverso rapporti sessuali non protetti dal profilattico, i liquidi biologici entrano in contatto diretto con dei tessuti chiamati mucose (mucosa vaginale, mucosa anale, mucosa orale e glande) che permettono il loro assorbimento ed espongono l’individuo al contagio.
Per prevenire tutto ciò è indispensabile l’uso del profilattico. Ogni giorno si infettano in Italia circa 12 persone. Dall’HIV non si guarisce, si può tenere solo sotto controllo la sua replicazione con dei farmaci detti antiretrovirali, per questo attualmente viene considerata una malattia cronica.
Chi contrae l’HIV non ha evidenze fisiche e può non avere sintomi anche per 8/10 anni circa.
Pertanto avere informazioni in merito e la consapevolezza di aver avuto un comportamento a rischio (rapporti sessuali senza utilizzo del profilattico) sono fondamentali per portare una persona a fare un controllo attraverso il test dell’HIV (richiede un consenso informato), la cui attendibilità si ha solo facendo trascorrere 3 mesi circa dall’ultimo rapporto sessuale non protetto. Tale periodo si chiama “Periodo Finestra”.
Si pensa erroneamente che vengono maggiormente colpite solo alcune categorie di persone come trans, omosessuali, prostitute e tossicodipendenti, in realtà sono a rischio tutte le persone sessualmente attive che non usano il preservativo.
Una delle fasce di età maggiormente a rischio, soprattutto per la mancanza di informazioni e per fattori direttamente collegati alla giovane età, sono i ragazzi compresi nella fascia di età 18/25 anni.
Nelle attività di vita quotidiana come la scuola, lo sport, il cinema, uscire con gli amici, andare nei bagni pubblici ecc. non esiste rischio di contagio, di conseguenza non vi è motivo di discriminare o di avere pregiudizi nei confronti delle persone con HIV.
Obiettivo del progetto è stato la formazione di 15 studenti come “Peer Educator”, che hanno avuto il compito di acquisire informazioni sulla tematica e di trasferirle ai loro compagni di scuola nell’ambito di un seminario conclusivo, in cui hanno trattato l’argomento e discusso con loro dei diversi punti di vista emersi.
Inoltre il gruppo dei Peer Educator ha scelto ed elaborato un prodotto finale, da distribuire ai propri compagni, come simbolo del progetto e della campagna di prevenzione e informazione che insieme agli operatori è stata portata avanti durante l’anno.
Il prodotto ideato dal gruppo, è una maglietta che riporta la parola “Prevenzione” e diverse altre parole ad essa collegate, con uno Slogan finale sulla parte posteriore della maglietta dal titolo “ Combatti l’ignoranza, combatti l’HIV. Proteggiti.
Le classi che hanno frequentato questo corso sono: 3°A pasticceria, 3°B sala, 3°A sala, 3° A enogastronomia, 3° A accoglienza.
Per saperne di più: (sito web: www.anlaidslazio.it; _ HYPERLINK "http://www.lilalazio.it" _www.lilalazio.it_; _ HYPERLINK "http://www.sieropositivo.it" _www.sieropositivo.it_; www.mariomieli.net)
Matteo Pastori(3A pasticceria) e tutto il gruppo dei Peer Educators.
Diario dalla Cina
di Ilaria Follin
A.S. 2016/2017

Cari amici, chi l’avrebbe mai detto che vincere una borsa di studio mi avrebbe cambiato la vita! Sto sperimentando la possibilità di un programma annuale in Cina.
So già che vi state chiedendo perché la Cina e non un altro paese, ma vi rispondo dicendo che anche se appare come una scelta difficile, se tornassi indietro la rifarei altre cento, mille volte.
In genere, la scelta più gettonata dai ragazzi è l’America, con la sua cultura molto simile alla nostra, occidentale per l’appunto. Avrei potuto prendere in considerazione la Francia che forse mi avrebbe offerto maggiore possibilità, considerando il fatto che frequento un istituto alberghiero e vorrei specializzarmi nell’indirizzo “pasticceria”, ma quest’ultima mi sembrava una scelta troppo semplice.
Ho sempre coltivato il sogno di vivere l’esperienza di un anno in un paese estero e l’anno scorso questo desiderio si è concretizzato e adesso che sono fuori dall’Italia sono sempre più consapevole dell’opportunità che ho tra le mani: un anno in un Paese lontano dal mio, con una cultura completamente differente, uno stile di vita altrettanto diverso e non ultimo una lingua veramente difficile da apprendere. Non è stato facile decidere di lasciare la famiglia per un intero anno, come non è semplice pensarvi lontani.
Vivere lontano da casa non è un’esperienza per tutti: perché si deve avere un cuore grande a sufficienza e, se da un lato si lasciano le cose che più ti fanno gioire, come gli affetti ed i legami, dall’altra parte la tua valigia deve far spazio ad esperienze nuove. Si deve avere un cuore grande per imparare ad adattarsi ad una città che non è più la tua, gli amici non sono più gli stessi ma ne hai altri, con gli occhi a mandorla. Così mi ritrovo a scrivervi da un altro luogo, una terra che non sento straniera ma piuttosto altra e diversa dalla mia. Mi faccio tante domande e credo che quest’esperienza mi stia facendo diventare un’altra Ilaria: non mi chiedo più dove io voglia andare, perché quando parti, più che andare verso un’altra destinazione…vai incontro al destino, il tuo! Gli ultimi mesi sono stati, per me, pieni di cambiamenti e di scoperte. Mi è sempre piaciuto viaggiare, scoprire e mettermi alla prova. Questa esperienza in Cina la vedo anche come un’occasione per capire meglio chi sono e chi vorrei diventare nella vita.
Cosa altro dirvi? Ho dovuto imparare un'altra lingua e ho cominciato a prendere le misure con una realtà ed una cultura a me sconosciuta. Non è stato facile ma vi assicuro che…ne sta valendo la pena!
Ilaria
吴若男
La mia giornata tipo
Cari amici, oggi volevo raccontarvi della routine giornaliera e scolastica che sto affrontando ogni giorno qui in Cina.
La borsa di studio con cui sto vivendo quest’esperienza prevede un programma annuale “boarding school”, ovvero, durante la settimana vivo all’interno della scuola, mentre il weekend lo trascorro insieme alla mia famiglia cinese ospitante.
La mia giornata qui in Cina rispetto a quella che vivevo prima è stata completamente stravolta sotto molti aspetti che mi hanno portato a essere indipendente e autonoma, perché più volte ho dovuto gestire cose e affrontare situazioni che prima non ero io ad affrontare ma i miei genitori o i miei insegnanti in Italia.
Come appunto vi dicevo, durante la settimana vivo nel dormitorio degli studenti e professori stranieri della scuola, io condivido la mia stanza con altre tre ragazze, un’italiana e due thailandesi. La nostra stanza ha all’interno un bagno con uno spazio, dove possiamo lavare i piatti e appendere i panni ad asciugare e due stanze da letto, una per noi italiane e una per le ragazze thailandesi. Per questioni di sicurezza non abbiamo in stanza una cucina, il che tuttavia non risulta un problema perché posso decidere di mangiare a mensa, in un posto fuori dalla scuola o preparare alimenti che non necessitano di cottura.
Durante la settimana mi alzo tutte le mattine alle 6:30, tranne il lunedì che devo prendere parte all’alza bandiera e quindi sono costretta ad alzarmi alle 6:00. Alle 7:40 devo trovarmi in classe perché alle 7:50 inizia la lezione. Alle ore 12:00 inizia la mia pausa pranzo che dura un’ora e mezza e alle 13:40 ho nuovamente lezione fino alla mia pausa cena che è alle 17:30. Dopo la cena ho le lezioni serali che iniziano alle 19:00 che in base ai giorni finiscono per le ore 20:45-21:00, poi torno in dormitorio finisco i compiti che mi sono stati assegnati per il giorno dopo, sento i miei genitori italiani e i miei amici, sto un po’ al computer, faccio una lavatrice, stendo i panni e lavo i piatti, finché non sono arrivate le ore 22:30, quando passa la signora che controlla il dormitorio per il coprifuoco e per darci la buonanotte.
Durante la pausa pranzo o cena dopo aver mangiato, mi capita spesso di andare al supermercato e fare la spesa per comprare le cose che mi mancano, oppure vado al parco per fare una passeggiata o nella biblioteca della scuola.
La mia giornata a scuola
Per quanto riguarda le lezioni, la mattina esse si svolgono nella mia classe straniera, che è composta da tre ragazzi italiani compresa me, da quattordici thailandesi, una ragazza coreana e un ragazzo pachistano, che come me stanno vivendo un’esperienza di un anno all’estero. Invece, il pomeriggio ho le lezioni nella mia classe cinese che è composta da 50 ragazzi. La mattina principalmente studio il cinese, che si divide nelle ore di Comprehension, Speaking e Listening. Il pomeriggio invece durante la settimana nella mia classe cinese studio materie per lo più scientifiche come biologia, chimica, fisica e matematica. Devo dire che nonostante, il fatto che sono più di sette mesi che mi trovo qui in Cina e il buon livello di lingua che sono riuscita a raggiungere, tuttora mi ritrovo a non capire e comprendere bene la lezione, quindi a volte mi è concesso di portarmi avanti con lo studio della lingua o di finire i compiti per il giorno dopo che mi sono stati assegnati la mattina. Oltre al cinese e le materie scientifiche durante la settimana studio inoltre cultura, storia, geografia, musica, scrittura, pittura cinese e Taiji, che è un’arte marziale e forma di meditazione. Una volta al mese io e la mia classe ci rechiamo in un museo e svolgiamo la lezione di cultura all’interno del museo scelto. Il venerdì pomeriggio invece dopo le lezioni torno a casa dalla mia famiglia ospitante e trascorro il weekend con loro fino alla domenica pomeriggio giorno in cui torno nuovamente in dormitorio per le lezioni serali. Amici miei questa è la mia settimana qui in Cina, molto intensa e impegnativa, ma ho la fortuna ogni giorno di mettermi a confronto con altri ragazzi di varie culture che come me stanno vivendo quest’esperienza e con la mia famiglia ospitante a cui mi sono molto affezionata e che considero veramente come una seconda casa.
Ilaria Follin
吴若男。
